Papa Francesco, nel messaggio per la giornata missionaria mondiale, cita la nota parabola di Matteo (22,1-14), in cui un Re, indicendo un banchetto nuziale per il figlio, invia i servi dicendo: “Andate e invitate al banchetto tutti”. Anche di fronte al rifiuto di molti, la bella notizia è che Dio non si stanca e continua a invitare, tutti, nessuno escluso. E dalla nostra partecipazione al banchetto eucaristico nasce, poi, per il discepolo, anche la missione di andare “ai crocicchi delle strade” per chiamare, invitare alla festa di nozze. "Andare e invitare" sono due aspetti fondamentali dell’evangelizzazione, anche oggi.
Un andare “instancabile” che coinvolge ogni cristiano, fa appello alla testimonianza evangelica di vita di ognuno, e arriva ai diversi crocicchi del mondo di oggi, luoghi dove l’umanità si incontra, vive, lavora, sogna… e che spesso sono “periferie” esistenziali segnate anche da fatiche, ingiustizie, esclusioni.
E, poi, l’invito: “Venite alle nozze!”. Invitare dice lo stile della missione, quello di Gesù: senza coercizione né proselitismo, ma vicinanza, compassione e tenerezza. Un invito rivolto a tutti, perché è di tutti e per tutti il desiderio di Dio; è Lui che sogna e desidera per ogni uomo e donna una vita in pienezza, nella gioia e nella fraternità: una festa di nozze! È il desiderio che è nel cuore di Dio, e nel cuore di ogni persona: sperimentare la bellezza della condivisione fraterna che lenisce e cura ferite, ricuce fratture, genera comunione con Dio e con gli altri.
Comprendiamo dal messaggio del Papa come non vi sia un “tempo, un mese, missionario”: la missione è l’essere del credente, del discepolo di Gesù, è sempre. Però possiamo ricordarci questa comune vocazione di ogni battezzato. Lo possiamo fare in diversi modi, attraverso la preghiera personale e comunitaria (specie nella giornata dedicata del 20 ottobre), attraverso la nostra generosità e carità, ma anche attraverso il nostro incontrarci per conoscere e intessere legami fraterni con altri popoli e culture, condividere i diversi frutti che l’unico Vangelo di Gesù fa maturare nelle storie di tanta gente e di popoli interi, e attraverso questo incontrarci sentire che nel cuore di ciascuno, oltre le culture, le tradizioni, le diversità… Dio ha posto e continua a far sorgere un anelito di vita, un desiderio di pienezza, che siamo chiamati a riconoscere, a valorizzare, a esprimere insieme come segni del Regno. Quest’anno ci metteremo in ascolto di giovani provenienti da diversi Paesi del mondo e che narreranno, con l’arte, il loro desiderio di fraternità, di vita, di festa: a Zero Branco (18 ottobre), a San Giuseppe di San Donà (19 ottobre), a Fonte (25 ottobre) a Robegano (26 ottobre). Le serate inizieranno alle 20.30, ingresso libero, aperto a tutti.
Don Gianfranco.