A Ponzano esiste dal 1995. Composta da 5 volontari, uno di essi fa da referente. Non ha un proprio regolamento. Pur collegata al CPP, non ha però contatti col coordinamento vicariale né con la Caritas diocesana. Non ha momenti di formazione né una programmazione, ma solo opera attraverso l’ascolto delle persone e un punto di distribuzione – aperto un pomeriggio ogni 15 giorni - di vestiario, alimenti e materiali per la casa.
Nelle attività della Caritas la parrocchia è poco coinvolta, fatta eccezione per alcune iniziative rivolte ai bambini. Essa viene a conoscenza dei problemi delle persone attraverso il parroco e i ministri straordinari della Comunione. È in contatto con l’Amministrazione comunale, anche se a volte ci sono delle difficoltà.
A Ponzano opera anche l’associazione “Granello di senapa”. Di ispirazione cristiana, si prende cura di bambini disagiati attraverso l’affido familiare, di persone sole, di portatori di handicap e gestisce un banco alimentare per persone bisognose del territorio. Organizzata come casa-famiglia, è costituita da una coppia di genitori affidatari, una bimba adottata, 6 bambini affidati, 3 educatori professionali e una decina di volontari. Oltre a questa famiglia fanno parte dell’associazione altre 2 famiglie residenti nella stessa struttura e altre 60/70 persone che vivono forme diverse di disagio e che si riuniscono nella stessa abitazione, di venerdì, per condividere i valori dell’accoglienza, dell’apertura e della solidarietà. Organizza inoltre un doposcuola quotidiano per altri 12 bambini bisognosi di assistenza. Mette anche a disposizione tre stanze per brevi periodi di accoglienza a persone in difficoltà e da due mesi ha aperto un appartamento per accogliere 3 persone portatrici di handicap lieve per realizzare un progetto che li possa gradualmente portare a vivere in autonomia. La comunità cristiana è coinvolta con la vita dell’associazione attraverso la presenza attiva di 7/8 famiglie e attraverso alcune attività svolte in collaborazione con i bambini del catechismo.
A Paderno la Caritas parrocchiale è nata nel 1992. Composta da 9 persone, è fornita di un regolamento e ha come referente principale una suora. Non è collegata con il CPP, non essendoci più dal 2007, ma con alcune realtà della parrocchia. È in relazione invece con il coordinamento Caritas vicariale e partecipa al Centro di Ascolto Vicariale di TV zona nord. Ha momenti di formazione promossi dalla suora e partecipa agli incontri di formazione diocesani e vicariali.
A Paderno la Caritas viene a conoscenza delle situazioni di disagio attraverso le suore, il parroco, a volte attraverso il Centro di Ascolto Vicariale e l’assistente sociale del comune. È in contatto inoltre con altre realtà che operano nell’ambito della carità e del sociale in genere. Segue persone povere e sole con qualche aiuto economico, l’amicizia e l’accompagnamento materiale. Fa pure da collegamento tra il Centro Aiuto alla Vita e la parrocchia. Nelle attività della Caritas la comunità parrocchiale non è mai stata coinvolta nel suo insieme, pur essendo stata più volte stimolata.
In collaborazione con la prefettura di Treviso, e in collegamento con la Caritas diocesana, si è prodigata per realizzare l’accoglienza di profughi nelle strutture parrocchiali.
Ciò che le Caritas di Ponzano e Paderno avvertono maggiormente come bisogno, e che auspicano possa realizzarsi, è un maggior coinvolgimento delle Comunità Parrocchiali sulle proposte della Caritas, una formazione specifica per gli operatori e una miglior relazione con l’Amministrazione Comunale.
Domande per il vescovo
- Alla luce di quanto ha avuto modo di conoscere in occasione della sua Visita alle parrocchie finora incontrate, cosa in ordine alla carità ritiene più urgente e più importante oggi per il cammino delle comunità parrocchiali e dei gruppi Caritas?
- Alla luce dell’Enciclica “Laudato sii”, crede sia importante che le Caritas e le altre espressioni della vita pastorale delle parrocchie, interagiscano seriamente con coloro che, all’interno della Chiesa e al di fuori di essa, si prendono cura della difesa dell’ambiente, dal momento che il documento pontificio mette in luce la strettissima connessione tra le diverse forme della povertà umana e il degrado dell’ambiente? Crede che la diocesi e le singole comunità parrocchiali debbano recuperare terreno in questo ambito irrinunciabile della vita dell’umanità. Se si, cosa può suggerirci nel concreto?
- Vede la possibilità di usufruire, dove è possibile, delle canoniche vuote, per l’accoglienza assistita dei profughi o di persone bisognose di un alloggio di emergenza? Quali le opportunità? Ci sono delle difficoltà per realizzare questo?
- Come il Presbiterio ed i Religiosi della Diocesi di Treviso esprimono il proprio vivere la carità in modo da essere modello per i laici?