Domenica 10 ottobre, abbiamo festeggiato gli anniversari di matrimonio nella nostra Collaborazione. E' stato un momento molto emozionante, preparato prima con la preghiera nella veglia di venerdì, e poi vissuto nella grazia della Santa Messa. Questa festa è importante per noi sposi perchè ci consente di rivivere il bellissimo ricordo del giorno in cui il Signore ha benedetto la nostra unione, ma non è solo questo. E' importante rinnovare quel sì, con la consapevolezza delle fatiche e delle gioie vissute insieme, ringraziando e promettendo ancora una volta, con la grazia di questo sacramento, di voler impegnarci a crescere sempre più nell'amore. Abbiamo festeggiato nella comunità perchè solitamente chi fa festa chiama gli amici e i parenti, e se la Chiesa non è solo una serie di persone che vanno a Messa ma è realmente una comunità di fratelli, allora è bello vivere insieme i momenti della vita, quelli ordinari ma soprattutto quelli particolari. Dopo questo periodo di chiusura, nel quale abbiamo sentito che le nostre relazioni piano piano si perdevano, le occasioni di incontro erano frammentate e timorose, finalmente ritorniamo a fare festa insieme perché desideriamo, oggi con più forza di prima, camminare mano nella mano e condividere questo momento di gioia, testimoniando che è ancora possibile sognare la vita in due, formare una famiglia e sostenerci a vicenda nella Chiesa.
Famiglia custode della bellezza
Nulla può competere con la bellezza del volto e dello sguardo di chi ama. Nulla riempie più di gioia il cuore che vedere il volto e lo sguardo di due innamorati, siano essi ragazzini o adulti coi capelli già bianchi. E’ però l’amore in tutte le sue manifestazioni che compie questo miracolo, che rende luminosi il volto e lo sguardo di chi da esso è animato. Avete mai visto il volto e lo sguardo di chi dona ogni giorno con slancio la sua vita per gli altri? Avete mai visto il volto e lo sguardo di persone che si amano al punto che Gesù è presente in mezzo a loro? È uno sguardo vivo, uno sguardo di luce, di trasparenza del cielo, che comunica quello che c’è dentro la persona, è uno sguardo che non inganna mai. Il bello dell’amore è il dono, la gratuità, l’offerta; il bello dell’amore è proiezione, tensione verso, essere per, è trovare tutto il bene della vita nella vita dell’altra persona. Allora subentra lo stupore dell’amore e lo stupore è sempre pieno di bellezza. Tutto nell’amore diventa sorpresa gradita e canto della vita. A partire dallo stupore dei volti incantati di due genitori davanti al volto di un bimbo appena nato, tu intuisci che la vocazione dei loro due è una vocazione alla bellezza che coniuga vita e amore in una sintesi unica. Educare per i genitori sarà allora aiutare il bambino a scoprire nello stupore la bellezza della vita. Gli abbracci, i baci e le carezze, la spinta alla scoperta e il coraggio nel superare le tappe faticose, la fiducia e la sicurezza, il dialogo carico di tenerezza e di fermezza faranno della famiglia il luogo dell’amore e nell’amore il luogo della bellezza. Lo stupore, carico di gratitudine, davanti alla vita e alle cose, è il primo passo per una vita piena. Così i genitori vivono l’accompagnamento dei figli nelle tappe dell’età adolescenziale, propensi all’incoraggiamento positivo, al mettersi accanto per far scoprire la bellezza della sessualità da giocare in un progetto d’amore e poi a dare testimonianza dei valori che danno senso alle scelte della vita e successivamente promuovendo il distacco perché i figli spicchino il volo e poi l’accompagnamento a distanza, senza essere invadenti, perché i figli vivano la loro vita. In una famiglia così si sperimenta l’appartenenza e quindi la cura dell’uno per l’altro che è fonte di bellezza (è bello vivere in una famiglia così!). I figli cresciuti così saranno in grado poi di diffondere attorno a sé l’amore. La famiglia, anche se i figli diventano adulti, non dovrà mai smettere di continuare ad essere grembo dell’amore; questa è la sua bellezza e la sua grandezza. Al di là delle inevitabili difficoltà della vita, gli sposi dovranno far sempre trasparire qualcosa della bellezza della reciproca donazione. Mi direte a ragione: ma dove vivi? Quello descritto è solo un sogno, un’utopia! E’ vero in parte, ma serve stare attenti a non uccidere i sogni, altrimenti significa che siamo già morti dentro. Comunque è verissimo che l’amore conosce la sofferenza del venir ferito e che spesso queste ferite portano alla fine di un rapporto di coppia e anche la vita dei figli viene seriamente segnata dalla mancanza dell’amore convergente dei due genitori. Certamente le difficoltà relazionali interpellano le coscienze dei genitori e la vita della comunità cristiana e bisognerà fare una grande opera di sensibilizzazione e di aiuto, mettendo in atto tutte le forme possibili per tutelare la famiglia e i figli. La comunità cristiana si deve rendere vicina alla famiglia in difficoltà, con attenzione, discrezione e solidarietà. Anche nelle famiglie in cui si vive la sofferenza di un amore ferito si può e si deve far rinascere la bellezza dell’amore anche dove c’è separazione.
Rinascerà in forme nuove e imprevedibili, perché: … “forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo”. Cantico dei Cantici 8, 6-7
(Riflessione di Don Roberto in occasione della Veglia di preghiera con gli sposi venerdì 8 ottobre 2021)